[BO136513] L’ARCHITETTURA RINNOVA LE CITTÀ NEL TEMPO
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Da tempo a livello nazionale e locale si assiste ad un vivace dibattito in merito al come intervenire nella città consolidata e nei centri storici in particolare. La città, infatti, si evolve e si trasforma. Ogni periodo storico ha apportato cambiamenti dando il proprio contributo secondo la propria sensibilità e cultura, seguendo lo “spirito del tempo”. Sovrapponendosi ed integrandosi con l’esistente, le architetture dei diversi periodi hanno conformato la “forma urbis” di oggi. Si pone quindi come presupposto che la bellezza delle nostre città sia, di fatto, frutto di trasformazioni continue, avvenute in tutte le epoche: un fenomeno inarrestabile.
Questo non significa avallare acriticamente qualsiasi intervento contemporaneo all’interno del tessuto cittadino. È necessario quindi un ragionamento quanto più ampio, collettivo e condiviso, ogni volta che si interviene, valutando il merito del progetto.
Ecco il punto cruciale della discussione: la centralità del progetto di architettura. Un argomento di cui poco si parla, perché, nel profondo dello spirito del Paese, è scarsa la consapevolezza, come anche la cultura e la sensibilità, sul ruolo della disciplina dell’architettura nella vita di tutti i giorni.
Si registra la propensione a contrastare ogni nuova iniziativa, ingessando di fatto le città, piuttosto che a mettersi in discussione al fine di valutare i temi della trasformazione. Ad avvalorare questa condizione si possono citare i recenti dispositivi normativi, compreso l’ultimo Dl Semplificazioni che contiene due articoli che vanno in direzioni quasi opposte.
Da una parte, in particolare nell’articolo 10, si afferma senza se e senza ma che per gli interventi nella città storica e consolidata, nel caso di demolizione e ricostruzione, si debba applicare il principio del “dov’era com’era”, indipendentemente da una valutazione preventiva del valore storico-testimoniale del singolo manufatto edilizio. Dall’altra, articolo 55bis, si consente la demolizione degli impianti sportivi storici, come quello di Firenze, capolavoro dell’architettura razionalista, in nome di supposti motivi di sicurezza e fruibilità, in deroga anche ad un eventuale vincolo dei Beni Culturali.
Temi non nuovi, sempre attuali. Città come Cultura è l’occasione per discuterne.
Programma:
- 15.00 – Saluti istituzionali ed introduzione
Pier Giorgio Giannelli, Ordine degli Architetti di Bologna - 15.15 – Proiezione del video “L’Architettura trasforma le città nel tempo”
Francesco Vazzano, Ordine degli Architetti di Ferrara - 15.30 – “Il contemporaneo rigenera l’Antico” interventi recenti nell’isola di Ortigia
Siracusa Vincenzo Latina, architetto - 16.00 – Tavola rotonda
Giovanni Carbonara, Professore emerito di Restauro architettonico presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” | Renata Codello, Segretario Generale Fondazione Giorgio Cini | Luigi De Falco, Vice Presidente Italia Nostra | Pier Matteo Fagnoni, Ordine degli Architetti di Firenze | Margherita Guccione, MAXXI – Museo delle arti del XXI secolo - 17.00 – Tavola rotonda: il caso Bologna
Jadranka Bentini, Presidente Italia Nostra Bologna | Pierluigi Cervellati, architetto e urbanista | Stefano Pantaleoni, Ordine degli Architetti di Bologna | Roberta Fusari, architetto
Modera: Paola Pierotti, PPAN
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