L’acustica è stata per decenni un “ospite inopportuno” nella progettazione architettonica: qualcosa di cui occuparsi tardi, come compromesso necessario piuttosto che elemento contributivo alla qualità del progetto. Mentre la luce ha conquistato da tempo una posizione centrale nel pensiero progettuale, il suono è rimasto ai margini, territorio di specialisti chiamati quando ormai i giochi sono fatti e le possibilità di intervento drasticamente ridotte. Eppure, quando si chiede agli utenti cosa vorrebbero migliorare in un ristorante, in un albergo o in un co-working, la risposta più ricorrente riguarda il controllo acustico.

Ne parliamo con Claudio Lamberini – Chief Design Officer di BoXy e ideatore di un modo rivoluzionario di concepire e costruire ambienti acusticamente controllati: il sistema costruttivo modulare BoXy e BoxyCad, l’applicativo per la progettazione acustica basato su Autodesk e Sketchup che permette la precisa modellazione parametrica di qualsiasi ambiente modulare. Questo consente di restituire all’architetto il controllo progettuale dell’acustica mediante strumenti che, pur basandosi su principi fisici rigorosi e misurabili, risultano accessibili e utilizzabili anche senza essere ingegneri del suono.

Dal problema alla soluzione: genesi di un approccio sistemico

L’esperienza da cui nasce questo approccio è istruttiva proprio perché non parte dall’architettura ma da un’esigenza concreta: negli anni Ottanta, un gruppo di giovani musicisti voleva uno spazio dove suonare, noleggiabile come un campo da tennis. Costruire quello spazio significava scontrarsi immediatamente con le prestazioni acustiche necessarie: non disturbare i vicini, garantire un ambiente dove poter suonare e registrare decentemente, rispettare le normative sui livelli di disturbo. Da questa necessità pratica, è nato un percorso di ricerca e sviluppo ventennale che ha portato allo sviluppo di sistemi costruttivi autoportanti in acciaio con prestazioni acustiche parametriche.

Il punto di svolta concettuale è stato comprendere che l’acustica è il mondo meno nebuloso che esista: tutto si misura con precisione, le prestazioni sono quantificabili, i risultati sono prevedibili se si conoscono le condizioni di partenza. Se si riesce a incapsulare la complessità tecnica in un sistema parametrico dove l’architetto inserisce le condizioni (dimensioni dello spazio, prestazioni richieste, destinazione d’uso) e ottiene automaticamente la configurazione corretta, l’acustica smette di essere un ostacolo e diventa uno strumento progettuale contributivo, come la luce e il design.

Sistemi costruttivi parametrici: dalla progettazione 2D alla configurazione 3D

La progettazione acustica tradizionale lavora in 2D: si definiscono le partizioni, poi separatamente i pavimenti, poi i soffitti. Si cerca su delle tabelle quante lastre di cartongesso servono per ottenere un certo abbattimento acustico, si stratificano materiali secondo il principio molla-massa-molla-massa, si arriva a configurazioni con 5-7 lastre che garantiscono livelli molto alti di fonoisolamento. Il problema emerge quando si deve integrare ogni elemento e coordinare l’insieme per ottenere la prestazione finale. E soprattutto, come si trasferisce nel cantiere questa complessità senza margini di errore?

I sistemi costruttivi parametrici ribaltano questo approccio: invece di progettare elemento per elemento, si definisce un ambiente tridimensionale le cui prestazioni sono garantite dalla configurazione complessiva del sistema. Un sistema autoportante in acciaio, ad esempio, offre configurazioni standardizzate con prestazioni certificate: 46 dB di abbattimento acustico, tempo di riverberazione interno controllato secondo normative specifiche (0,3-0,5 secondi per sale broadcast), risposta in frequenza naturale senza nodi critici. L’architetto non deve calcolare spessori, stratificazioni, accoppiamenti: sceglie la configurazione che risponde alle esigenze del progetto, la adatta dimensionalmente allo spazio disponibile, la integra con le altre componenti (aerazione, cablaggio, illuminazione, finiture estetiche). Il vantaggio non è solo nella semplificazione progettuale ma nella certezza del risultato: un sistema parametrico testato e collaudato elimina l’incertezza che caratterizza gli interventi tradizionali, dove la somma di approssimazioni esecutive può compromettere le prestazioni teoriche.

Strumenti di progettazione accessibili: dal BoXy CAD alle app di rilievo acustico

La democratizzazione dell’acustica architettonica passa attraverso strumenti che rendano accessibili competenze altrimenti riservate agli specialisti. Il BoXy CAD, applicativo per progettare ambienti acusticamente controllati, rappresenta un esempio di questa filosofia: un configuratore parametrico dove l’utente definisce lo spazio (dimensioni, geometrie, vincoli), specifica le prestazioni richieste (abbattimento acustico, tempo di riverberazione, livello di rumorosità residua per l’aerazione) e ottiene automaticamente la configurazione del sistema costruttivo che risponde a quei requisiti. L’output include tutte le informazioni necessarie: peso della struttura, costo, prestazioni certificate, materiali, tempi di montaggio.

La versione SketchUp del BoXy CAD rende questo strumento ancora più accessibile agli architetti, lavorando in un ambiente 3D intuitivo senza richiedere licenze costose di CAD professionali.

Accanto agli strumenti di progettazione, le app di rilievo acustico rappresentano un altro tassello fondamentale. Con uno smartphone, senza fonometri professionali o attrezzature specialistiche, l’architetto può misurare il tempo di riverberazione di un ambiente (ad esempio un ristorante dove i clienti lamentano eccessiva rumorosità), ottenere indicazioni quantitative su quale intervento serva (metri quadri di materiale assorbente necessari, coefficienti di assorbimento richiesti), e confrontare diverse soluzioni senza dover chiamare consulenti per rilievi che costano migliaia di euro e producono relazioni incomprensibili. Indagini comparative condotte con l’Università di Firenze hanno dimostrato che misurazioni effettuate con app su smartphone ben calibrate danno risultati confrontabili con strumentazione professionale, rendendo il rilievo acustico preliminare accessibile a chiunque.

L’intervento acustico in edifici vincolati o con limitazioni architettoniche

Una caratteristica distintiva dei sistemi costruttivi parametrici autoportanti riguarda la mobilità: strutture che possono essere smontate, riconfigurate e rimontate in contesti diversi, mantenendo le prestazioni certificate. L’intervento nella chiesa sconsacrata sede della DOOM rappresenta un caso emblematico: due cabine acustiche presenti nella precedente sede sono state smontate, trasportate nella nuova sede, riconfigurate in un’unica sala più grande e dotate di nuove finiture interne adeguate alla diversa destinazione d’uso. L’edificio si presentava con un tempo di riverberazione iniziale di quasi 7 secondi (ambiente praticamente inutilizzabile per attività lavorative o performative), vincolo della Soprintendenza, che aveva respinto proposte invasive di trattamento acustico.

La soluzione adottata ha utilizzato centine autoportanti sospese (elementi strutturali indipendenti che non modificano permanentemente l’architettura esistente) integrate con pannelli fonoassorbenti configurati per ridurre il riverbero sotto i 2 secondi mantenendo naturalezza acustica.

Differenze tra sistemi in cartongesso e sistemi autoportanti in acciaio

Il cartongesso stratificato (sistema molla-massa-molla) raggiunge abbattimenti elevati (50 dB e oltre) aumentando numero lastre e massa: 5-7 lastre con intercapedini danno prestazioni eccellenti su pareti verticali. Limitazioni: il peso elevato (70-90 kg/mq) rende difficile l’applicazione su soffitti sospesi e pavimenti flottanti; ogni elemento (parete, soffitto, pavimento, porte) deve essere progettato separatamente per prestazioni complessive; l’esecuzione in opera richiede competenze specifiche e i margini di errore compromettono le prestazioni; l’intervento è irreversibile, site-specific e non trasferibile.

Sistemi autoportanti in acciaio: abbattimento 46 dB garantito (configurazione standard) con peso di 47 kg/mq; sistema tridimensionale omogeneo dove tutti gli elementi (pareti, soffitto, pavimento, porte integrate) concorrono alla prestazione finale; l’autoportanza elimina i problemi di carico sui solai; montaggio rapido (3 giorni contro 30-40 del tradizionale) con prestazioni certificate pre-cantiere; mobilità e riutilizzabilità in configurazioni diverse.

Questo approccio trasforma radicalmente l’economia dell’investimento acustico: da costo a perdere (un intervento tradizionale in cartongesso diventa inutilizzabile se si cambia sede o si modifica la destinazione d’uso) a investimento trasferibile che mantiene valore nel tempo. La rivendibilità di sistemi costruttivi standardizzati permette al cliente di recuperare circa il 50% dell’investimento iniziale rivendendo la struttura quando non serve più, creando un mercato dell’usato che genera win-win sia per chi vende (recupera metà del capitale) sia per chi acquista (accede a prestazioni certificate a metà prezzo).

La sostenibilità ambientale deriva naturalmente da questa mobilità: pannelli che hanno vent’anni continuano a essere utilizzati in nuove configurazioni, fianco a fianco con pannelli di un anno, senza differenze prestazionali. La vera sostenibilità non sta tanto nei materiali utilizzati quanto nella durabilità e riutilizzabilità nel tempo: un sistema che dura trent’anni ed è utilizzato in tre o quattro configurazioni diverse ha un impatto ambientale drasticamente inferiore rispetto a tre interventi tradizionali costruiti e demoliti nell’arco dello stesso periodo.

Integrazione progettuale completa

Un sistema costruttivo parametrico per ambienti acusticamente controllati non si limita alle strutture che garantiscono il fonoisolamento, ma integra tutti gli aspetti che concorrono all’abitabilità e funzionalità dello spazio: aerazione, cablaggio elettrico, illuminazione, passaggi cavi, porte acustiche, finestre fonoisolanti. L’approccio all-in-one permette all’architetto di interfacciarsi con un unico soggetto che coordina tutte queste componenti, anziché dover gestire sette-otto fornitori specializzati ciascuno con le proprie logiche e tempistiche.

L’aerazione rappresenta un punto critico spesso sottovalutato: un ambiente acusticamente isolato è per definizione uno spazio chiuso che richiede ricambi d’aria forzati. Ma l’impianto di aerazione introduce rumore: il flusso d’aria nei condotti, i ventilatori, le turbolenze generano una rumorosità residua che può vanificare l’isolamento acustico, se non correttamente controllata. Le normative per ambienti broadcast, ad esempio, richiedono rumorosità residua non superiore a 22-25 dB con ricambi d’aria di 10 volumi/ora. Ottenere queste prestazioni richiede silenziatori dimensionati, condotti progettati per minimizzare turbolenze, ventilatori a bassa emissione. Il sistema parametrico include già questi elementi nel calcolo: l’applicativo chiede quanti ricambi d’aria servono, quale rumorosità residua massima è accettabile, e definisce automaticamente il numero e tipo di silenziatori necessari.

I cablaggi e passaggi cavi vengono integrati nella struttura stessa: dietro le pannellature estetiche interne corrono tutti i passaggi tecnici (elettricità, dati, illuminazione LED, sistemi di monitoraggio) in modo ordinato e accessibile per manutenzioni future. Le “boiserie acustiche” realizzate in alcuni progetti rappresentano l’evoluzione di questo concetto: pareti attrezzate che coniugano funzione estetica (rivestimento architettonico di pregio), funzione acustica (correzione attraverso assorbitori, diffusori, risonatori) e funzione impiantistica (zoccoli tecnici con cablaggi, passaggi aria), il tutto montato con struttura meccanica autoportante fissata a parete con magneti permanenti anziché viti, permettendo modifiche e integrazioni senza interventi murari.

Velocità di progettazione e realizzazione, maggiore competitività

Un vantaggio competitivo rilevante dei sistemi parametrici riguarda la velocità di progettazione e realizzazione. In una gara d’appalto per l’Università di Oxford, dove erano stati invitati diversi competitor internazionali, l’offerta progettuale completa di modello 3D, specifiche tecniche, certificazioni, prezzo è stata presentata in tre giorni dalla ricezione del capitolato. I competitor hanno impiegato quattro mesi per presentare le loro proposte. La differenza ha generato addirittura un’accusa di “fuga di notizie” da parte di un concorrente irlandese che riteneva impossibile rispondere così rapidamente: come si fa a comporre così velocemente un budget che richiede preventivi da diversi fornitori?

La risposta sta proprio nell’approccio all-in-one parametrico, che automaticamente calcola configurazione, prestazioni e costi. Questa velocità non è un vezzo ma un vantaggio concreto in mercati competitivi dove chi risponde prima (con garanzie solide) ottiene l’incarico. Nel cantiere dell’Università di Oxford, dopo aver firmato accordi di riservatezza e dimostrato la metodologia utilizzata, la proposta è stata accettata. La velocità in fase esecutiva è altrettanto rilevante: un intervento tradizionale di qualità per uno spazio come quello richiede 30-40 giorni di cantiere se eseguito molto bene, altrimenti due mesi. Un sistema autoportante parametrico si monta in tre giorni.

La differenza di tempistica ha implicazioni economiche dirette (minor costo del cantiere, minor periodo di fermo dell’attività se l’intervento è in ristrutturazione, anticipazione dei ricavi se è una nuova attività) e operative (minor rischio di ritardi, maggior prevedibilità della consegna). Per l’architetto significa poter promettere ai clienti tempi certi anziché stime ottimistiche che poi slittano. Per il committente significa pianificare con sicurezza inaugurazioni, traslochi, avvio attività. La certificazione in fase di proposta (non post-opera ma già nell’offerta) elimina l’incertezza su prestazioni che verranno verificate solo a lavori conclusi: si sa già cosa si otterrà, certificato da ente terzo, prima ancora di iniziare.


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