L’innovazione tecnologica alimenta costantemente questo ecosistema: materiali di nuova generazione come gli alleggeriti polimerici, soluzioni per scarichi in cavedi prefabbricati e strategie di ventilazione silenziata ridefiniscono il perimetro del comfort e alzano l’asticella della qualità.
Ne parliamo nel ciclo formativo a cura dell’ing. Massimo Rovere – tecnico competente in acustica iscritto all’Albo Nazionale ENTECA.
I solai acustici: principi e tecnologie
L’isolamento acustico dei solai rappresenta una delle sfide più complesse nell’acustica edilizia, dovendo garantire contemporaneamente l’isolamento dal rumore aereo e dal rumore di calpestio. La normativa richiede che l’isolamento dal rumore di calpestio sia inferiore a 63 dB, valore che deve essere verificato attraverso misurazioni eseguite con la macchina di calpestio normalizzata.
Il principio base per l’isolamento acustico dei solai consiste nella realizzazione di un pavimento galleggiante, ovvero un sistema in cui il massetto di finitura non è mai in contatto diretto con la struttura portante, ma è separato da uno strato resiliente continuo. Questo strato, realizzato con materiali specifici per l’acustica, deve avere caratteristiche di rigidità dinamica ottimizzate per garantire l’efficacia alle frequenze di interesse.
La sequenza costruttiva tipica prevede, sulla struttura portante (che può essere in calcestruzzo, laterocemento, legno o altri materiali), la posa dell’eventuale alleggerito, seguita dallo strato acustico anticalpestio e dalla bandella perimetrale desolidarizzante. Su questo sistema viene realizzato il massetto, che può inglobare l’impianto di riscaldamento radiante, e infine la pavimentazione di finitura.
Un aspetto fondamentale riguarda la continuità della desolidarizzazione perimetrale. La bandella deve essere posizionata contro tutte le pareti e deve rimanere in posizione fino al completamento della pavimentazione. Il taglio prematuro della bandella, pratica purtroppo diffusa, annulla completamente l’efficacia del sistema. Per evitare questo problema, sono stati sviluppati sistemi innovativi che prevedono l’inserimento di profili metallici che proteggono la desolidarizzazione anche dopo il taglio della bandella.
Gli alleggeriti polimerici: una nuova generazione di materiali
Nel campo degli alleggeriti per solai, i materiali polimerici rappresentano un’evoluzione significativa rispetto ai tradizionali alleggeriti contenenti aria o polistirolo. Questi materiali, caratterizzati da una densità di circa 400-450 kg/m³, offrono prestazioni meccaniche superiori mantenendo al contempo eccellenti caratteristiche acustiche.
La struttura polimerica di questi alleggeriti conferisce al materiale proprietà di smorzamento delle vibrazioni significativamente superiori a quelle degli alleggeriti tradizionali. Questa caratteristica si traduce in prestazioni acustiche migliorative che possono raggiungere i 20-25 dB rispetto al solaio nudo, valore particolarmente significativo quando si opera su solai leggeri come quelli in legno a travetti.
Un caso studio esemplificativo riguarda la bonifica di un solaio in laterocemento degli anni ’70, che presentava prestazioni iniziali di 89 dB di livello di calpestio. L’intervento ha previsto la posa di uno strato acustico anticalpestio, seguito da alleggerito polimerico e da un secondo strato acustico con lastre in fibrogesso. Il risultato finale di 58 dB ha dimostrato l’efficacia del sistema, con un miglioramento complessivo di 31 dB ottenuto con uno spessore aggiuntivo di soli 15 cm.
La versatilità degli alleggeriti polimerici permette il loro utilizzo anche nei sistemi radianti a secco, dove la possibilità di incollare direttamente le tubazioni sulla superficie dell’alleggerito semplifica notevolmente la realizzazione dell’impianto. Questo approccio evita i problemi tipici dei sistemi tradizionali, come le irregolarità di quota che possono compromettere lo spessore di copertura delle tubazioni.
La gestione degli impianti idraulici e la problematica degli scarichi
Gli impianti idraulici rappresentano una delle principali cause di problemi acustici negli edifici, richiedendo particolare attenzione sia nella fase progettuale che in quella esecutiva. Le tubazioni di scarico, in particolare quelle del WC, sono soggette al Decreto 5/12/97 per quanto riguarda il livello di rumore generato, che deve rimanere sotto i 35 dB negli ambienti abitativi.
La corretta gestione acustica degli scarichi richiede un approccio sistemico che consideri non solo le caratteristiche della tubazione, ma anche il suo rivestimento e la modalità di posa. Le tubazioni multistrato, basate sul principio massa-molla-massa, offrono prestazioni superiori rispetto a quelle tradizionali, ma devono essere integrate in sistemi di rivestimento appropriati per garantire l’efficacia complessiva.
Un aspetto particolarmente critico riguarda i cambi di direzione delle tubazioni, specialmente quando una colonna di scarico devia orizzontalmente per raggiungere appartamenti diversi. In questi casi, la realizzazione di cavedi prefabbricati rappresenta una soluzione innovativa per la gestione degli scarichi in situazioni complesse. Questi sistemi, realizzati con strutture metalliche rivestite di materiale fonoassorbente, permettono di contenere e isolare completamente le tubazioni, garantendo al contempo l’accessibilità per la manutenzione. L’utilizzo di questi sistemi ha permesso di installare scarichi del WC anche in camere da letto, senza compromettere il comfort acustico.
I sistemi box-in-box: isolamento dall’interno
Quando non è possibile intervenire negli appartamenti confinanti, i sistemi box-in-box rappresentano l’unica soluzione praticabile per migliorare l’isolamento acustico. Questi sistemi consistono nella realizzazione di una “scatola” acustica all’interno dell’ambiente da proteggere, utilizzando strutture completamente desolidarizzate dall’edificio esistente.
La progettazione di un sistema box-in-box richiede particolare attenzione alla gestione dei ponti acustici. Tutte le superfici della nuova struttura (pareti, soffitto e pavimento) devono essere completamente separate dall’edificio esistente attraverso materiali resilienti. Anche gli impianti devono essere gestiti con particolare cura, utilizzando collari antivibranti per le tubazioni e scatole elettriche a tenuta d’aria.
Un aspetto fondamentale riguarda la gestione della ventilazione del sistema box-in-box. La necessità di garantire il ricambio d’aria senza compromettere l’isolamento acustico richiede l’utilizzo di silenziatori specifici e sistemi di ventilazione meccanica controllata progettati per applicazioni acustiche. Il dimensionamento di questi sistemi deve considerare non solo le portate d’aria necessarie, ma anche i livelli di rumore ammissibili. L’efficacia dei sistemi box-in-box può raggiungere miglioramenti di 15-20 dB rispetto alla situazione esistente, ma richiede investimenti significativi e la perdita di spazio utile. Per questo motivo, l’utilizzo di questi sistemi deve essere attentamente valutato in fase progettuale, preferendo quando possibile soluzioni che agiscano direttamente sulle sorgenti del rumore.
Le facciate acustiche e il foro finestra
Il foro finestra rappresenta l’elemento più critico delle facciate dal punto di vista acustico, essendo generalmente il punto di minor resistenza al passaggio del rumore. La progettazione acustica del foro finestra richiede quindi un approccio integrato che consideri tutti gli elementi coinvolti: il controtelaio, il telaio, la vetrata, i sistemi di sigillatura e l’eventuale cassonetto per l’avvolgibile. Ogni elemento deve essere caratterizzato acusticamente e la prestazione complessiva deve essere valutata considerando le interazioni tra i vari componenti.
Il controtelaio riveste particolare importanza perché rappresenta l’interfaccia tra il serramento e la parete. I controtelai tradizionali in legno possono presentare problemi di ponti termici e acustici, mentre quelli in materiali termoisolanti offrono prestazioni superiori. La posa del controtelaio deve prevedere la sigillatura con schiume specifiche e l’utilizzo di nastri per la tenuta all’aria, evitando l’uso di malta che può creare fessurazioni nel tempo.
La sigillatura del giunto tra controtelaio e telaio rappresenta un altro aspetto critico. L’utilizzo di nastri termoespandenti garantisce una sigillatura efficace che si adatta alle variazioni dimensionali dovute alle escursioni termiche. Questi nastri devono essere posizionati durante la fase di posa del serramento e si espandono progressivamente raggiungendo le prestazioni ottimali.
Le normative sui serramenti e le responsabilità professionali
Il quadro normativo relativo ai serramenti è estremamente articolato e coinvolge diverse norme europee e nazionali. La norma EN 14351 stabilisce i requisiti per la marcatura CE dei serramenti, mentre le norme UNI 11673, UNI 10818 e UNI 11296 disciplinano rispettivamente la posa in opera, i ruoli e le responsabilità dei vari soggetti coinvolti, e i cassonetti per avvolgibili.
La UNI 10818 riveste particolare importanza perché stabilisce chiaramente che la scelta del serramento spetta al progettista. Questa responsabilità si estende non solo alle caratteristiche prestazionali del prodotto, ma anche alla compatibilità con il sistema di posa e con le condizioni specifiche dell’applicazione. Il progettista deve quindi possedere competenze specifiche in materia di acustica, termica e tenuta all’aria per effettuare scelte appropriate.
La qualifica dei posatori rappresenta un altro aspetto fondamentale della filiera. La normativa prevede che i posatori di serramenti debbano possedere una qualifica specifica (QF3) ottenuta attraverso corsi di formazione ed esami scritti e orali. Questa qualifica è indispensabile per garantire la corretta realizzazione della posa e per assicurare il mantenimento delle prestazioni certificate del prodotto.
L’emergere di enti di certificazione che garantiscono l’intero processo, dalla produzione alla posa in opera, rappresenta un’evoluzione importante del settore. Questi enti rilasciano certificazioni comprensive che coprono tutti gli aspetti della filiera, dalle prestazioni del prodotto alle modalità di posa, offrendo garanzie complete ai progettisti e ai committenti.
La tenuta all’aria e il Blower Door Test (BDT)
La tenuta all’aria dell’involucro edilizio rappresenta un aspetto fondamentale per le prestazioni acustiche, termiche e di comfort degli edifici. La normativa UNI 11470 stabilisce le caratteristiche degli schermi a vapore e delle membrane traspiranti, materiali essenziali per la realizzazione di involucri ad alte prestazioni.
Il concetto di tenuta all’aria non deve essere confuso con quello di impermeabilità al vapore. Un involucro correttamente progettato deve essere impermeabile all’aria ma permeabile al vapore, permettendo la fuoriuscita dell’umidità interna senza consentire infiltrazioni d’aria incontrollate. Questo equilibrio si ottiene attraverso l’utilizzo di membrane con diverse caratteristiche di permeabilità al vapore, identificate dal parametro Sd.
Il Blower Door Test rappresenta lo strumento di verifica della tenuta all’aria dell’involucro. Questa prova consiste nel mettere l’edificio in pressione e depressione attraverso un ventilatore calibrato, misurando i flussi d’aria necessari per mantenere determinate differenze di pressione. I risultati permettono di quantificare le perdite d’aria e di identificare eventuali punti critici che richiedono interventi di sigillatura.
L’integrazione del Blower Door Test con la tecnica della nebbia artificiale permette di localizzare visivamente i punti di perdita d’aria. Questa tecnica, particolarmente utile in fase di direzione lavori, consente di verificare l’efficacia delle sigillature e di individuare immediatamente eventuali difetti di posa che potrebbero compromettere le prestazioni dell’involucro.
L’acustica interna e l’assorbimento acustico
Oltre all’isolamento acustico, il comfort acustico degli ambienti interni dipende significativamente dalle caratteristiche di assorbimento delle superfici interne. Il tempo di riverbero, parametro che quantifica la persistenza del suono in un ambiente, deve essere controllato attraverso l’utilizzo di materiali e sistemi fonoassorbenti appropriati. Nelle scuole, la normativa CAM (Criteri Ambientali Minimi) richiede il rispetto di specifici valori di STI (Speech Transmission Index), parametro che quantifica l’intelligibilità del parlato. Il raggiungimento di questi valori richiede un attento bilanciamento tra superfici riflettenti e assorbenti, ottimizzando la distribuzione del suono e minimizzando i fenomeni di eco e riverbero eccessivo.
I sistemi di controsoffitto fonoassorbente rappresentano la soluzione più comune per il controllo del riverbero. Questi sistemi, realizzati con pannelli in lana di vetro ad alta densità, offrono elevate prestazioni di assorbimento mantenendo al contempo caratteristiche di resistenza meccanica e durabilità. La possibilità di integrare sistemi di illuminazione e di climatizzazione rende questi controsoffitti particolarmente versatili per applicazioni complesse.
L’utilizzo di pannelli fonoassorbenti a parete rappresenta un’integrazione importante ai sistemi di controsoffitto, specialmente negli ambienti con soffitti alti o quando è necessario un controllo particolarmente raffinato dell’acustica interna.
Casi di studio e soluzioni innovative
L’esperienza pratica dimostra che ogni situazione richiede soluzioni specifiche, adattate alle caratteristiche dell’edificio e alle esigenze degli utenti. Il caso dell’Hotel Aqualux di Bardolino rappresenta un esempio significativo di come l’acustica debba essere integrata fin dalle prime fasi progettuali. Questo edificio, interamente realizzato in legno multistrato e certificato Casaclima Hotel, ha richiesto soluzioni specifiche per la gestione delle strutture in legno e per l’integrazione degli impianti tecnologici complessi tipici delle strutture alberghiere. La gestione delle piscine rappresenta una sfida particolare per l’acustica, dovendo conciliare le esigenze di impermeabilità e resistenza all’umidità con quelle di controllo del rumore. Le soluzioni adottate prevedono l’utilizzo di sistemi di isolamento dalle vibrazioni per le macchine di ricircolo dell’acqua e sistemi di assorbimento acustico resistenti all’umidità e al cloro per il controllo del riverbero negli ambienti.
Nel settore delle ristrutturazioni, i vincoli esistenti richiedono spesso soluzioni innovative e personalizzate. Il caso di un edificio storico a Capo Lavinio illustra come sia possibile coniugare il rispetto dei vincoli architettonici con l’ottenimento di prestazioni acustiche elevate. L’intervento ha previsto l’isolamento dall’interno utilizzando sistemi a secco e l’integrazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata per garantire la qualità dell’aria interna.
La realizzazione di barriere acustiche architettonicamente integrate rappresenta un’altra soluzione innovativa per la gestione del rumore esterno. In alcuni progetti, elementi apparentemente decorativi come parapetti e davanzali sono stati progettati con fori calibrati che li trasformano in risuonatori di Helmholtz, ottenendo significativi assorbimenti acustici che riducono la necessità di serramenti ad alte prestazioni.
Un materiale acustico di qualità deve avere: certificazioni di laboratorio accreditato, dichiarazioni ambientali EPD, basse emissioni VOC, standardizzazione del prodotto su territorio nazionale, e supporto tecnico qualificato del produttore.
I sistemi box-in-box permettono di isolare acusticamente all’interno dello stesso appartamento senza intervenire negli appartamenti confinanti. Si usano nelle ristrutturazioni quando non è possibile accedere alle unità immobiliari adiacenti.
I nodi progettuali sono i punti di connessione tra elementi costruttivi (parete-solaio, parete-pilastro, controtelaio-telaio). Sono critici perché spesso non vengono insegnati all’università e rappresentano i punti deboli dove si concentrano le perdite acustiche se non progettati correttamente.
Gli strati acustici devono essere resilienti, con rigidità dinamica certificata, nastrati per la tenuta all’aria, e sempre accompagnati da bandelle desolidarizzanti. Materiali come l’alleggerito polimerico possono migliorare le prestazioni di 22 decibel rispetto agli alleggeriti tradizionali.
L’alleggerito polimerico ha densità di 400-450 kg/m³ e non si fessura come quello contenente polistirolo o aria. Nel caso studio di un solaio in legno a travetti, ha permesso di raggiungere 40 dB invece dei 63 dB richiesti dalla norma.
Secondo la UNI 10818, il progettista è responsabile della scelta del serramento. Deve verificare che abbia certificazioni acustiche di laboratorio e che il posatore abbia qualifica specifica (sigla QF3) per garantire la corretta posa in opera.