Il ciclo formativo dedicato all’acustica a cura dell’ing. Massimo Rovere – tecnico competente in acustica iscritto all’Albo Nazionale ENTECA – offre una panoramica completa delle problematiche acustiche negli edifici e delle strategie per evitare i contenziosi legali.
Il quadro normativo di riferimento trova la sua base fondamentale nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 1997, meglio conosciuto come D.P.C.M. 5/12/97, che stabilisce i requisiti acustici passivi degli edifici. Questo decreto, in vigore dal febbraio 1998, rappresenta l’unica normativa cogente in materia di acustica edilizia in Italia e si applica agli edifici di nuova costruzione e a quelli sottoposti a ristrutturazione pesante.
La normativa prescrive cinque parametri prestazionali fondamentali che devono essere verificati attraverso misurazioni acustiche eseguite al termine dei lavori. Questi parametri riguardano:
1. l’isolamento acustico delle pareti di divisione tra unità immobiliari diverse
2. l’isolamento dal rumore di calpestio dei solai
3. l’isolamento acustico delle facciate esterne
4. il livello di rumore degli impianti a funzionamento discontinuo come la rubinetteria e gli ascensori
5. il livello di rumore degli impianti a funzionamento continuo come le pompe di calore e i sistemi di climatizzazione.
Quadro legale e responsabilità professionali
L’aspetto più delicato dell’acustica edilizia risiede nelle implicazioni legali che derivano dal mancato rispetto dei requisiti normativi. I rapporti tra i soggetti coinvolti sono regolamentati da due articoli del Codice Civile: l’articolo 1490, che disciplina i rapporti contrattuali tra acquirente e venditore dell’immobile, e l’articolo 1669, che regola i rapporti extracontrattuali tra il danneggiato e tutti i soggetti che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
L’articolo 1490 stabilisce che l’acquirente deve denunciare i vizi riscontrati entro otto giorni dalla loro scoperta e può intentare causa entro un anno dalla denuncia. Tuttavia, quando questo termine scade senza che sia stata avviata un’azione legale, o quando il venditore non è più reperibile per fallimento o altre cause, entra in gioco l’articolo 1669. Questo articolo permette al danneggiato di rivolgersi verso tutti i professionisti che hanno partecipato alla progettazione e realizzazione dell’edificio, inclusi progettisti, direttori lavori e tecnici specialisti.
La responsabilità dei progettisti si estende ben oltre la semplice redazione del progetto architettonico. Le normative tecniche, in particolare la UNI 10818, stabiliscono chiaramente che la scelta dei serramenti spetta al progettista, rendendo quest’ultimo direttamente responsabile delle prestazioni acustiche delle facciate. Questa responsabilità si amplifica ulteriormente quando si considerano tutti gli aspetti del foro finestra, dalla sigillatura alla posa in opera, elementi che richiedono una conoscenza approfondita delle tecniche costruttive e dei materiali.
L’importanza del clima acustico ambientale
Prima di affrontare qualsiasi intervento edilizio, sia esso di nuova costruzione o di ristrutturazione, è fondamentale valutare il clima acustico dell’area di intervento. Questo aspetto, spesso trascurato, rappresenta invece un elemento cruciale per garantire la compatibilità dell’edificio con l’ambiente circostante e per evitare future problematiche.
La valutazione del clima acustico si basa sulla zonizzazione acustica comunale, strumento attraverso il quale ogni comune suddivide il proprio territorio in sei classi acustiche, ciascuna caratterizzata da specifici limiti di rumore ambientale. Attraverso misurazioni fonometriche eseguite nell’area di intervento, è possibile verificare se i livelli sonori presenti sono compatibili con la classe acustica assegnata e, di conseguenza, se l’edificio risulta sufficientemente protetto dalle sorgenti sonore esterne.
Quando le misurazioni evidenziano un superamento dei limiti previsti dalla zonizzazione acustica, diventa necessario individuare le sorgenti responsabili dell’inquinamento acustico e valutare interventi di mitigazione. Questi possono includere barriere acustiche, schermature naturali o modifiche al progetto edilizio per garantire un’adeguata protezione degli ambienti interni.
Un esempio significativo di questa problematica è rappresentato dalla realizzazione di una scuola in provincia di Venezia, dove le misurazioni preliminari avevano evidenziato livelli sonori di 65 dB in corrispondenza dell’area di intervento, a fronte di un limite di 45 dB previsto per la classe acustica di appartenenza. La soluzione adottata ha previsto la realizzazione di una barriera acustica che ha permesso di riportare i livelli sonori entro i limiti normativi, consentendo la realizzazione dell’opera senza compromettere il comfort acustico degli utenti.
Tecniche di misurazione e diagnosi acustica
La corretta diagnosi dei problemi acustici rappresenta il punto di partenza per qualsiasi intervento di bonifica. Le tecniche di misurazione tradizionali, basate sull’utilizzo del fonometro, forniscono informazioni di tipo scalare, ovvero un semplice valore numerico che quantifica il livello sonoro presente in un ambiente. Tuttavia, questa informazione risulta spesso insufficiente per identificare con precisione le cause dei problemi acustici e per progettare interventi mirati ed efficaci.
Una tecnica più avanzata e decisamente più informativa è rappresentata dalla misura intensimetrica, che utilizza uno strumento dotato di due microfoni per misurare non solo la pressione sonora, ma anche l’intensità sonora. Quest’ultima grandezza, essendo di natura vettoriale, fornisce informazioni complete sul rumore: modulo, direzione e verso. Questa caratteristica permette di localizzare con precisione le sorgenti sonore e di quantificare il contributo di ciascuna componente dell’elemento edilizio alle prestazioni acustiche complessive.
L’applicazione della tecnica intensimetrica risulta particolarmente utile nella verifica delle prestazioni dei serramenti, dove permette di discriminare il contributo del telaio, della vetrata e del cassonetto, fornendo informazioni direttamente confrontabili con le schede tecniche dei produttori. Questo aspetto riveste particolare importanza nella risoluzione di contenziosi, dove è fondamentale stabilire le responsabilità di ciascun soggetto coinvolto nella filiera produttiva e di posa.
Un caso emblematico dell’efficacia di questa tecnica è rappresentato dalla bonifica di una parete divisoria in un residence, dove la misurazione fonometrica tradizionale aveva evidenziato un valore di isolamento acustico di soli 41 dB, ben al di sotto dei 50 dB richiesti dalla normativa. L’analisi intensimetrica ha permesso di localizzare il problema nella parte superiore della parete, dove carenze nella sigillatura causavano significative perdite acustiche. L’intervento mirato di nastratura ha portato il valore di isolamento a 51 dB, riportando la parete in conformità normativa con un intervento limitato e economicamente sostenibile.
Le murature monostrato: vantaggi e applicazioni
Nel panorama delle soluzioni costruttive per l’isolamento acustico, le murature monostrato rappresentano una scelta particolarmente interessante per diversi aspetti tecnici ed economici. Queste strutture, realizzate con blocchi in argilla espansa o materiali similari, offrono prestazioni acustiche elevate mantenendo al contempo semplicità costruttiva e flessibilità impiantistica.
I blocchi utilizzati per queste murature sono caratterizzati da una struttura multicamera con fori svasati, che conferisce al materiale eccellenti proprietà di smorzamento acustico. Questa caratteristica geometrica fa sì che le frequenze di cavità non coincidano mai, evitando fenomeni di risonanza che potrebbero compromettere le prestazioni acustiche. Dal punto di vista pratico, la presenza di numerose camere d’aria interne garantisce anche un’ottima prestazione termoisolante, permettendo di realizzare pareti che soddisfano contemporaneamente i requisiti acustici e termici. Un vantaggio significativo delle murature monostrato risiede nella disponibilità di pezzi speciali progettati per facilitare il passaggio degli impianti. Questi elementi permettono di evitare le tracciature che potrebbero compromettere le prestazioni acustiche della muratura.
L’esperienza pratica dimostra che le murature monostrato in blocchi di argilla espansa riescono a mantenere prestazioni molto vicine a quelle certificate in laboratorio anche in presenza di impianti e tracciature. Un esempio significativo è rappresentato da una parete di spessore 30 cm che, nonostante la presenza di numerosi passaggi impiantistici, ha raggiunto in opera un valore di isolamento acustico di 59 dB a fronte di una prestazione di laboratorio di 60-61 dB.
I sistemi pluristrato e le pareti miste
Quando le esigenze progettuali richiedono prestazioni acustiche particolarmente elevate o quando i vincoli dimensionali impediscono l’utilizzo di murature monostrato di spessore adeguato, i sistemi pluristrato rappresentano la soluzione ottimale. Questi sistemi, basati sul principio massa-molla-massa, permettono di ottenere elevate prestazioni acustiche con spessori contenuti, sfruttando la dissipazione energetica derivante dall’interazione tra materiali con caratteristiche diverse.
La progettazione di un sistema pluristrato richiede particolare attenzione alla scelta dei materiali e alla loro sequenza. Il principio fondamentale consiste nell’alternare strati massivi (murature o lastre) con strati resilienti (materiali isolanti), creando un sistema in cui l’energia sonora viene progressivamente dissipata attraverso meccanismi di attrito interno e deformazione elastica. La massimizzazione delle prestazioni si ottiene quando i vari strati hanno caratteristiche fisiche diverse, in modo da evitare frequenze di risonanza comuni.
Un esempio particolarmente efficace di sistema pluristrato è rappresentato dalla combinazione di due murature in blocchi di argilla espansa di spessore 12 cm ciascuna, separate da un pannello resiliente multistrato. Questo sistema, con uno spessore complessivo di circa 27 cm, ha raggiunto prestazioni di 57 dB comprensive di impianti, valore che supera significativamente quello ottenibile con murature tradizionali di spessore analogo.
I sistemi a secco: cartongesso e fibrogesso
I sistemi costruttivi a secco, basati su strutture metalliche rivestite con lastre di cartongesso o fibrogesso, offrono grande flessibilità progettuale e facilità di realizzazione, ma richiedono particolare attenzione agli aspetti acustici per evitare prestazioni inadeguate. La scelta del tipo di lastra riveste importanza fondamentale: il cartongesso, con una densità di circa 700 kg/m³, offre prestazioni di base, mentre il fibrogesso, con densità di 900-1000 kg/m³, garantisce prestazioni acustiche significativamente superiori.
Un aspetto critico nell’utilizzo dei sistemi a secco riguarda il collegamento con il solaio. La pratica comune di appoggiare la struttura metallica direttamente sul massetto finito rappresenta un errore progettuale grave, che può comportare perdite prestazionali fino a 10-15 dB. Un caso studio particolarmente illuminante riguarda la bonifica di pareti in cartongesso in un edificio residenziale, dove la misurazione iniziale aveva evidenziato prestazioni di soli 44 dB. L’analisi delle cause ha rivelato che le strutture metalliche erano appoggiate sul massetto finito, creando un collegamento rigido che annullava l’efficacia del sistema. Dopo l’intervento di bonifica, il risultato finale di 59 dB ha dimostrato l’importanza fondamentale della corretta posa in opera.
La gestione degli impianti nei sistemi a secco richiede particolare attenzione. Ogni elemento che attraversa la parete, dal più piccolo cavo elettrico alla più grande tubazione, rappresenta un potenziale ponte acustico che deve essere trattato con materiali specifici e tecniche appropriate.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5/12/97 è l’unica norma cogente in Italia per l’acustica degli edifici. Si applica agli edifici nuovi e a quelli da ristrutturare dopo il febbraio 1998, richiedendo il rispetto di cinque parametri acustici verificati tramite misurazioni a fine lavori tra unità immobiliari di proprietà diversa.
Per prevenire contenziosi bisogna: redigere sempre relazioni acustiche previsionali, utilizzare materiali certificati con margini di sicurezza, eseguire direzione lavori ferrea, verificare i nodi critici, effettuare collaudi intermedi durante i lavori, e affidarsi a tecnici competenti in acustica.
L’articolo 1490 regola il rapporto tra chi compra e chi vende l’appartamento (8 giorni per dichiarare i vizi, 1 anno per fare causa). L’articolo 1669 regola i rapporti extracontrattuali: se l’immobiliarista fallisce, il condomino può rivalersi su progettisti e tecnici entro 1 anno dalla scoperta del vizio.
La tenuta all’aria è fondamentale perché anche piccole fughe d’aria compromettono drasticamente le prestazioni acustiche. La sigillatura corretta con membrane, nastri e schiume elastiche può far aumentare l’isolamento di una parete anche di 18 decibel, come dimostrato nei casi studio.
Prima di costruire bisogna verificare che l’area rispetti i limiti della zonizzazione acustica comunale. Se i livelli esterni superano i limiti di zona, bisogna mitigare il rumore delle sorgenti (strade, ferrovie) con barriere prima di procedere con l’edificazione.
Gli errori più comuni sono: inversione degli strati isolanti, mancata sigillatura delle membrane, assenza di continuità tra isolamento di copertura e pareti divisorie. La correzione di questi errori può far passare l’isolamento da 41 a 51 decibel.